
venerdì 8 novembre 2019
Minopoli, non è un gioco
Guardo in Tv le immagini desolanti dello sciopero fallito all'Ilva di Taranto. Mi colpisce l'assenza di sconcerto persino nei pochi operai presenti. E l'indifferenza verso la fabbrica. Tutti ci tengono solo a ribadire che lo stato deve farsi carico di loro. Lo Stato. Non un imprenditore. Sono gia', con la testa, nel mondo corrotto della pensione di cittadinanza, del sussidio a vita. Ma non riesco a disprezzarli. Non e' colpa loro. Li ha corrotti una ignobile campagna: quella che, senza mai averlo provato ( all'Ilva non si e' celebrato ancora, dopo 10 anni, alcun processo che lo provi) ha fatto passare la tesi che quella fabbrica uccide, procura il tumore. Nessuno, tra politici e intellettuali conformisti e vigliacchi, ha avuto il coraggio di dare battaglia, di contestare falsita' e accuse mai provate. A Bagnoli non fu cosi': Napoli non fu indifferente alla "dismissione" dell'Ilva: sapeva che la fine di quella grande fabbrica rompeva qualcosa nell'anima della grande capitale, della sua cultura democratica. A Taranto no. Qual'e' la differenza tra il 1980 a Napoli e il 2019 a Taranto? C'e' la dismissione della cultura di sinistra, l'abbandono della morale del lavoro, del primato dell'industria come fattore di civilizzazione e modernizzazione, la deriva verso un ambientalismo nichilista da quartieri alti. Lo hanno voluto, vezzeggiato, palpeggiato, emulato. E la fabbrica si e' trovata sola. E' passata l'idea che quella fabbrica uccide. Che importa se chi lo dice non potra' provarlo. Non e' mai riuscito a provarlo. La verita' non ha importanza. I 5 Stelle hanno corrotto dentro: il Mezzogiorno di Croce, Nitti, Amendola, Compagna, Saraceno ( "la grande fabbrica e' la chiave per risollevarsi" ) non c'e' piu'. La bandiera dell'industrializzazione e del meridionalismo moderno e' stata sbeffeggiata da nullita' che si chiamano Barbara Lezzi e Di Maio. Guardo la Tv, penso cosa erano gli operai dell'Ilva per me giovane comunista a Napoli e, credetemi, mi scappa una lacrima. Non me la sento di perdonarlo ai giovani leader della sinistra di oggi....

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